REGALA UN LIBRO ALLA NOSTRA BIBLIOTECA

La Biblioteca dell’Associazione Ananke, nata con il progetto finanziato dalla Fondazione Pescarabruzzo, ha lanciato una campagna,  ADOTTA UN LIBRO  ovvero regala un libro alla biblioteca scegliendolo tra quelli presenti in un elenco selezionato.

L’idea è quella di coinvolgere le/gli utenti chiedendo di farci un regalo, si, ma anche di dedicarsi un po’ di tempo per leggere le descrizioni che accompagnano i libri e quindi scegliere in base ai propri gusti ed interessi – e poi, magari, venire in biblioteca e prendere il libro in prestito per leggerlo! Il nome della donatrice, o del donatore, sarà riportato sul libro come ringraziamento per l’adozione. Nel corso della sera per l’inaugurazione della biblioteca, sono già stati adottati diversi libri, che sono già stati acquistati e saranno disponibili al prestito al più presto.

Con l’augurio che le adozioni vadano aumentanto sempre più, ecco l’elenco dei libri che la nostra biblioteca desidererebbe avere – e se qualcuna/o possiede uno dei seguenti libri e desidera donarcelo, grazie mille!

N.B.: per le adozioni, contattare le operatrici del Centro Antiviolenza.

— Baldry A. C., Ferraro E., Uomini che uccidono. Storie, moventi e investigazioni.                                                                             € 14,00
Sapete quante donne vengono uccise ogni anno in Italia dal proprio partner o ex partner? Più di cento, una ogni tre giorni. Mariti, conviventi, fidanzati: gli aggressori sono nella maggior parte dei casi uomini “normali” che uccidono in preda a rabbia, gelosia o per senso di dominio e possesso. Ma talvolta le vittime sono uomini omosessuali: delitti per alcuni aspetti vicini, per altri molto
diversi. Chi sono queste donne uccise da uomini? Chi sono questi uomini uccisi da uomini? Perché questa mattanza? Cosa deve fare l’investigatore che si trova a dover risolvere questi delitti? Lo raccontano due professionisti del settore, una psicologa e un funzionario della Polizia, che nel libro approfondiscono la
tematica, sforzandosi di andare oltre la facciata, fino a proporre idee e progetti che tentano di interpretare i segnali d’allarme, di prevedere e prevenire questi delitti. Gli autori ci parlano di femminicidi e omocidi, e lo fanno non solo con il rigore di un’analisi scientifica, ma anche attraverso il racconto di casi realmente accaduti e da loro seguiti in prima persona.

— Lanfranco Monica, Uomini che (odiano) amano le donne : virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi.
Tutto comincia con un viaggio in treno e un articolo di Internazionale: la giornalista inglese Laurie Penny, (collaboratrice del Guardian) racconta di aver provato a fare alcune domande rivolte agli uomini sulla loro sessualità, chiedendo ai suoi contatti maschili, in forma anonima, se avessero avuto voglia di rispondere. In Italia ci ha provato Monica Lanfranco, che dal suo blog sul Fatto quotidiano ha lanciato sei domande, chiedendo agli uomini di rispondere alla sua email. Per una volta, invece che parole di donne sulla sessualità e la violenza, si è chiesto agli uomini di esporsi, di mettersi in relazione, di soffermarsi a pensare su di loro, il loro corpo, il loro desiderio, i lati oscuri del loro genere. Uomini che odianoamano le donne è il risultato del lavoro di raccolta e sistemazione delle oltre 200 risposte arrivate, ma non solo: è la testimonianza dell’esistenza di voci di uomini connotate da curiosità, voglia di capire e comunicare.
A corredo del libro tre interventi di attivisti delle reti di uomini italiani: Francesco Pivetta, insegnante e formatore; Mario Fatibene del Cerchio degli uomini e Beppe Pavan, di Uomini in cammino. Nell’ultima sezione indicazioni biblio/film/web per orientarsi in Italia e nel mondo su questi temi.

— Greer Germane, L’eunuco femmina.                                € 9,00
Un classico del femminismo americano che, dalla sua prima pubblicazione (nel 1970, in Inghilterra) e dalle originarie rivendicazioni del movimento di liberazione della donna, mostra di non aver certo perso di attualità. La lucida analisi dell’oppressione sessuale della donna nei Paesi sviluppati nella seconda metà del Ventesimo secolo, tra storia, letteratura e cultura popolare, condotta dall’autrice con spirito polemico e senso dell’umorismo, ha infatti contribuito a rivoluzionare i diritti e i costumi delle donne, ancora oggi in cerca dei propri diritti e della libertà: da insicurezze, sottomissioni a mode e stereotipi imposti dai mass-media e dalla società dei consumi, da aggressioni nella vita privata e sociale, dalla realtà di discriminazione e sfruttamento che perdura, nonostante le apparenze. E la libertà di opporre rifiuti, di dire di no a queste nuove sopraffazioni affonda le sue radici proprio nel fondamentale diritto di esprimere la propria sessualità, nella libertà di essere una persona, nel diritto all’istruzione, alla dignità e alle passioni di un essere umano. Conquiste di autocoscienza e libertà ancora lontane per le donne di tanti paesi.

— Héritier Françoise, Dissolvere la gerarchia: Maschile/femminile 2.                                                                € 25,00
Perché la gerarchia si è innestata sulla semplice differenza dei sessi? Si può pensare di dissolverla? A questa duplice domanda l’autrice risponde in termini antropologici non meno che politici. Critica i luoghi comuni sulla differenza dei sessi, per esempio l’idea che se le donne sono in pericolo è perché le donne sono un pericolo, esamina la possibilità di cambiamenti e individua gli ostacoli che continuano implicitamente a impedirli. E tuttavia, questi cambiamenti non sono la promessa di una società in cui la differenza e l’asimmetria sarebbero il fondamento non di una gerarchia ma di un’autentica
armonia?

— Marzano Michela, Sii bella e stai zitta.                         € 9,50
“Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d’avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile. Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate ‘madri indegne’, abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate ‘fallite’ o ‘incomplete’ quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l’unico modo per avere successo nella vita sia ‘essere belle e tacere’? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un’ideologia retrograda che vorrebbe spostare l’orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta? La filosofia è un’arma efficace e potente, l’unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o zittirle.”
Michela Marzano

— Muraro Luisa, L’ordine simbolico della madre.              € 14,00
Si tratta dell’ordine simbolico che la lingua materna – ovvero la capacità di tenere insieme corpo e parole, esperienza e linguaggio che impariamo nella relazione primaria con la madre – sa fare. Un ordine rivoluzionario, giacché la relazione figlia-madre è cancellata nell’ordine patriarcale; e imparare a praticarla nella vita adulta, sostituendo all’avversione la gratitudine per la madre e per le altre donne che ne continuano l’opera, apre lo spazio per la dicibilità dell’esperienza femminile, altrimenti sottoposta all’adeguamento alla norma e al potere maschile. Questo in estrema sintesi il nocciolo del libro, che dunque mette al centro del discorso non il materno inteso come qualità etica o psicologica, ma la relazione con la madre come forma simbolica, generatrice di forme sociali improntate alla mediazione linguistica più che alla legge.

— Ravazzolo T., Valanzano S., Donne che sbattono contro le
porte: Riflessioni su violenze e stalking.                              € 21,50
Il libro nasce dal desiderio delle curatrici di ascoltare più voci e diversi linguaggi sull’argomento della violenza e dello stalking, per offrire un approccio multidisciplinare coniugando i ‘saperi’ con le esperienze. Il volume è diviso in tre parti: nella prima, diversi contributi teorici presentano una panoramica sul tema, comprendere i diversi vertici dai quali è possibile pensare le violenze; la seconda parte dà la parola a vari operatori che si occupano con il loro lavoro delle vittime delle violenze; nell’ultima parte si mostra invece come le arti – il teatro, il cinema, la narrativa – rivolgono il loro sguardo alla violenza.

— Wendy Pojmann, Donne immigrate e femminismo in Italia.      € 17,00
Il flusso di donne immigrate in Europa ha messo le femministe europee di fronte a nuovi problemi. In questo libro l’autrice stabilisce il significato dell’immigrazione femminile in Italia e il suo impatto sul femminismo italiano tramite l’analisi del rapporto tra le immigrate e le italiane e del modo in cui esso è maturato nel corso degli ultimi trent’anni. Il libro fornisce un’ampia panoramica del movimento femminile italiano e della storia dell’immigrazione in Italia ed esamina la formazione di gruppi di donne immigranti, il trattamento delle stesse da parte delle associazioni femminili italiane e il forgiarsi di nuovi rapporti tra associazioni multiculturali di donne. Attingendo a materiale vario, come interviste, osservazione partecipante e dati empirici, il testo contribuisce a un approccio interdisciplinare allo studio delle donne, alle migrazioni e alla storia italiana contemporanea.

— Chandra T. Mohanty, Femminismo senza frontiere.   € 22,00
Da Mumbai a Occupy Wall Street: è questo l’ideale filo rosso che Chandra Talpade Mohanty traccia nella prefazione all’edizione italiana del suo Feminism without Borders. Dal sud al nord del mondo, le donne sono protagoniste dei movimenti di lotta nati per denunciare e combattere gli effetti perversi dei processi di globalizzazione economica. Le loro battaglie contro lo sfruttamento, la privatizzazione dei beni comuni, la riproposizione di assetti patriarcali costituiscono il terreno di nuove forme di soggettività femminile, ma anche di costruzione di solidarietà transnazionali, di legami fra i femminismi del nord e del sud del mondo. I saggi qui raccolti discutono questioni cruciali della politica e della riflessione teorica femminista contemporanea: il rapporto tra riconoscimento delle differenze e ricerca di un nuovo universalismo; il nesso tra riflessione teorica e attivismo femminista; le lotte delle donne del sud del mondo contro le politiche neoliberiste e la ricerca di nuove pratiche di resistenza e di solidarietà fra donne; la relazione esistente, infine, fra politiche della conoscenza e pratiche politiche femministe transnazionali.

— Norwood Robin, Donne che amano troppo.                      € 9,00
Perché amare diviene “amare troppo”, e quando questo accade? Perché le donne a volte pur riconoscendo il loro partner come inadeguato o non disponibile no riescono a liberarsene? Mentre sperano o desiderano che “lui” cambi, di fatto si coinvolgono sempre più profondamente in un meccanismo di assuefazione. “Donne che amano troppo”, un bestseller che ha raggiunto il record di cinque milioni di copie vendute, offre una casistica nella quale sono lucidamente individuate le ragioni per cui molte donne si innamorano dell’uomo sbagliato e spendono inutilmente le loro energie per cambiarlo. Con simpatia e assoluta competenza professionale Robin Norwood indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e verso l’equilibrio dei sentimenti.

— Woolf Virginia, Una stanza tutta per sé.                         € 9,00
«La sola cosa che potevo fare era offrirvi un punto di vista: se vuole scrivere romanzi, la donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé». “Saggio narrativo” tipico della originale e multiforme produzione saggistica di Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé affronta, in modo ironico e pieno di vita, di ragione e senso critico nutrito dalla forza delle emozioni, il tema della creatività femminile e quindi della rivendicazione “femminista” dei diritti delle donne. Sulla scia di S. T. Coleridge, la Woolf afferma la superiorità creativa
della mente androgina ed esprime, in toni amari e risentiti contro i privilegi maschili, una genuina indignazione per il ruolo subalterno cui era costretta la donna intellettuale del suo tempo, e la donna in genere – a meno che non avesse la fortuna di avere “una stanza tutta per sé”, ovvero una rendita che le permettesse di essere liberamente creativa. Lucida analisi dell’essere scrittrice in una società in cui dominino convenzioni repressive che riducono la donna a
madre, sorella o figlia, la Woolf, intessendo un colloquio ideale con grandi scrittori come Montaigne, John Donne, T.S. Eliot e Lukacs, ci conduce in questo saggio alla ricerca di un punto di equilibrio interiore, di un momento di bellezza e verità.

— Wu Ming 2 e Antar Mohamed, Timira.                    € 17,00
In un capolavoro del neorealismo, “Riso amaro” di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants compare una strana mondina nera. Il suo nome è Isabella Marincola, ma in Somalia si farà chiamare Timira. Donna appassionata e libera, nata nel 1925 a Mogadiscio, è una figura nascosta e leggendaria, uno scrigno di storie intrecciate, tra Europa e Africa, che questo libro per la prima volta disseppellisce. Timira è un “romanzo meticcio” che mescola memoria, documenti di archivio e invenzione narrativa. Scritto da un cantastorie italiano dal nome cinese, insieme a un’attrice italosomala ottantacinquenne e a un esule somalo con quattro lauree e due cittadinanze. Per interrogare, attraverso l’epopea del passato, un tempo che ci vede naufraghi, sulla sponda di un approdo in fiamme. Questo tempo dove ci salveremo insieme, o non si salverà nessuno.

— Herta Muller, Il re s’inchina e uccide.                           € 11,50
Ci sono autori che solo da “trapassati” riescono a raggiungere la soglia dorata della notorietà. È quanto accaduto ad Herta Müller: nel 2009, insignita del Premio Nobel per la letteratura, si è vista catapultare nell’Olimpo dei grandi. Questo suo Il re s’inchina e uccide è una lenta, ragionata riflessione sulle possibilità (più spesso i limiti) della parola, scavata nella terra dell’autobiografismo: l’infanzia solitaria trascorsa nel villaggio rumeno, la libertà astratta, fittizia, data da una sorda dittatura. Il libro è un breve saggio sulla lingua, ai lati della quale, come sassi sulle rive di un torrente, brillano vita e letteratura. La Müller s’interroga sullo scarto che sempre esiste tra il linguaggio e la sua resa davanti al mondo: perché se con esso possiamo dire, nominare, spiegare non sempre rappresenta, concretamente, quello che ci portiamo dentro. Ma quella stessa lingua imperfetta, usata a sproposito dal potere, trasformata in “stucchevole estranea”, rimane l’ultimo e l’unico appiglio per esiliati e nemici dell’autorità: lo sa bene, lei, costretta ad emigrare in Germania perché oppositrice al regime di Ceauşescu, aggrappata all’idioma madre come all’unica traccia d’identità.

— Kaha Mohamed Aden, Fra-intendimenti.                      € 11,05
Nel 1986, quando suo padre – ministro di Siad Barre – era in carcere già da quattro anni, Kaha Aden ha abbandonato la Somalia per salvarsi dai venti di guerra che avrebbero sconvolto Mogadiscio e tutta la nazione. Nel libro, l’autrice ci racconta due tipi di esperienza del conflitto: la guerra civile fra i clan somali, le riunioni dei saggi sotto le acacie, il profumo di zenzero e cardamomo in una tazza di tè, i soldati bambini in pantaloni kaki. E i pregiudizi che accolgono la sua nuova vita a Pavia, dove ha studiato, e la costringono a un’identità che non sa più nulla dei poeti, dei guerrieri, degli spiriti degli antenati e delle leggende dei clan. Un mondo di colf, collegi di suore, Uffici Immigrazione senza interpreti, un mondo in cui il nero è il colore della prostituzione. Questi racconti danno voce a una Somalia di famiglie allargate, di matriarche, di anziani saggi e di animali parlanti, a cui risponde un’Italia di contraddizioni, burocrazia e ambigua ospitalità. Uno sguardo ironico e spregiudicato per descrivere il difficile passaggio fra due mondi che caratterizza il nostro tempo.

Incontrarsi, Racconti di donne migranti e native, a cura di C. Ali Farah, M. R. Cutrufelli, I. Peretti, I. Scego, S. Vulterini.       € 13,00
Per chi emigra la parola ha una importanza decisiva e doppia. La parola ha il compito di tenere vivo il ricordo, da una parte, e, dall’altra, di farsi spazio in un mondo nuovo. Chi emigra è così preso tra due «parole» e due lingue, una da ricordare, l’altra da imparare. Negli ultimi anni alcune donne, provenienti da paesi diversi e fra loro lontani, hanno compiuto una scelta coraggiosa: quella di utilizzare la lingua nuova, cioè la lingua straniera e «matrigna», non più soltanto in modo funzionale, per fruire al meglio delle opportunità offerte dalla società di accoglienza, ma per raccontare.
Questi racconti sono senz’altro una impareggiabile occasione di confronto e un momento di scambio reale e profondo attraverso la comparazione dei vari «punti di vista» e dei modi di narrare il nostro mondo comune. Per questo il «Caffè letterario» della Casa internazionale delle donne, con il sostegno e il patrocinio della Provincia di Roma, si è proposto di incoraggiare la «narrazione incrociata» tra migranti e native, residenti a Roma e provincia, tramite un apposito concorso letterario, rivolto alle donne, che avrà ricorrenza annuale. L’antologia è il primo risultato di questo lavoro.